Le dating app, sono uno dei principali metodi utilizzati per conoscere nuove persone. Proviamo a parlare di amore ai tempi dei social network. Cerchiamo di scoprire come mai sempre più dating app affinano il loro algoritmo per permetterci di trovare la persona giusta. Ma soprattutto da cosa dipende questo boom di persone che si iscrivono nella speranza di trovare l’anima gemella online.
Siamo nell’era in cui basta una “richiesta di amicizia” su Facebook, un “segui” su Instagram, e così via per le altre piattaforme social. Una volta, non molto tempo fa, si chiedeva il favore all’amica/o di organizzare un appuntamento. Si ci imbucava alle feste e si trovavano scuse disparate per poter parlare. Oggi basta un click! E via, la richiesta di amicizia è inviata.
I social network hanno sicuramente cambiato le nostre vite, anche in amore. Cerchiamo di capire come cambia l’amore nell’era dei social. Con l’avvento di Internet e delle piattaforme social, le nostre vite sono cambiate.
La rivoluzione dell’amore ai tempi dei social network, la ricerca dell’anima gemella e il corteggiamento: come funziona con le dating app?
Prima dell’avvento dei social network e delle sempre più ricercatissime dating app, per trovare un potenziale partner, bisognava rimboccarsi le maniche. Mettersi alla ricerca del proprio futuro partner usando strategie varie per poter conoscere e/o scambiare due chiacchere con la persona interessata. E per quanto riguarda gli appuntamenti? Se in assenza di social network dovevi cercare di essere intelligente, strategico e rilassato, sprigionando tutto il tuo fascino pensando bene le prime frasi da utilizzare. Concentrarsi e fare attenzione agli atteggiamenti che dedicavi al partner per evitare incomprensioni. Nell’era dei social, invece, gli appuntamenti tendono a puntare su un basso profilo. Potremmo provare le stesse sensazioni sui social, ma c’è uno schermo che ci separa da un potenziale partner, rendendo tutto più personale e cauto. Ma soprattutto più sfacciato, pratico dove si osa di più e si arriva al dunque facilmente.
Le dating app: ma cosa succede quando arriva finalmente l’amore?
Cosa succede quando nell’era delle dating app scatta la scintilla e il cuore inizia a battere forte? Finalmente ci innamoriamo e noi fedelissimi dei social network non perdiamo tempo a condividere questa gioia con tutti i nostri contatti. E con un semplice click comunichiamo lo stato della nostra nuova relazione. Le connessioni con un partner sono arricchite da like, emoticon e “reazioni” a messaggi e storie che pubblichiamo. Però il tutto rende la comunicazione più frequente nelle piattaforme, ma anche più fredda e meno spontanea. Molti credono che se una coppia si vede sui social, “si amano di più”. Pertanto, foto e video, anche dei momenti più romantici e privati, vengono condivisi come se avessero qualcosa da dimostrare agli altri utenti.
Prima dei social media, prima delle dating app, nessuno aveva bisogno di mostrare al mondo quanto amore provassero per il proprio partner. Ma con l’avvento delle piattaforme social, sembra quasi un obbligo mostrare quanto sei felice. Perché tutto è là fuori, sui social, su internet, a disposizione di tutti, e anche l’amore più bello e intenso è scandito dall’obiettivo di uno pseudo fratello maggiore che ci giudica anche dal gesto più piccolo, anche da quello più privato. Nel capitale economico generale dell’uomo, le emozioni non fanno eccezione, ecco perché sono spuntate le dating app e i siti di incontri. I social network e le dating app sono un potente meccanismo per ridurre il sentimento d’amore a qualcosa di effimero e scambiabile, utilizzabile nelle logiche di marketing del proprio profilo da chi lucra con i nostri sentimenti.
Le dating app: gestire il rapporto sentimentale e la fedeltà
Per chi sente che è troppo tardi per essere romantici di questi tempi, l’amore vissuto ai tempi delle dating app non può che essere un finto palcoscenico tragicomico, uno sciocco inganno le cui dinamiche interiori sono evidenti, a chi vuole vederle. Il sentimento, la forza vitale del romanticismo, è in realtà un elemento superfluo, qualcosa di persino fastidioso nella nuova dimensione delle relazioni amorose, che dipende molto dalla potenza e dall’uso delle dating app.
Durante il Romanticismo, quando Goethe cercava di immaginare un’inspiegabile “parentela elettiva” e il lettore cercava di farne qualcosa, l’amore era sempre unico. Questa natura di irripetibilità, che porta la persona romantica a credere che il suo amore sia insostituibile perché unico nel suo genere, non permetterebbe alla vita virtuale odierna di continuare il suo corso vertiginoso. Perché se qualcosa è irripetibile, o almeno percepito come tale, allora non può essere duplicato, e quindi bisogna fermare la diffusione delle relazioni virtuali perché non possono essere commercializzate.
Nell’era del capitalismo virtuale, l’amore sembra più portare a casa la persona amata, incarnando l’ideale della pigrizia attiva che il mercato pone come mantra della vita quotidiana. La merce, venduta sempre a “buon prezzo”, viene consegnata a domicilio così come nuove preoccupazioni, nuove pulsioni, nuove ossessioni, ad personam. Insomma nuovi meccanismi imposti dal social network, a noi, nel momento stesso in cui decidiamo di iniziare una relazione d’amore carnale con un’altra persona. Quest’ultimo, infatti, ha quasi sempre una sua copia, come in quasi tutto il resto del mondo, nel social network. Pertanto, negli affetti di un altro, il soggetto amante deve attendere non solo la sua persona fisica, ma anche quella virtuale, che comprende tutto ciò che ne consegue.
Questo sé ideale, come il sé freudiano riletto da Lacan, non è altro che un’immagine nel vero senso della parola, cioè è un’immagine ideale del sé nell’altro e nell’altro. Il soggetto fisico cerca di ingannare gli altri in modo speculativo presentandosi come pensa di voler essere, il proprio ideale, per ingannare sé stesso, e lo fa con una potenza e una facilità inconscia di cui non si rende conto. Per capire tutto questo, considera come le dinamiche virtuali dei social network influenzano, se non modellano, le relazioni romantiche della vita reale. E pensa soprattutto a come le persone si descrivono e cercano di apparire come poi non sono nella realtà, soprattutto nei canali che riguardano le dating app.
Stiamo perdendo qualcosa o dobbiamo solo abituarci?
Queste sono le funzioni di un social network, ad esempio, la capacità di scoprire se un’altra persona è online o meno, di leggere gli “stati” per sapere cosa stanno pensando, cosa stanno facendo o con chi sono, eccetera, eccetera. Che sostituiscono i meccanismi classici delle relazioni amorose e ne determinano fin dall’inizio la natura. Nasce così una nuova nevrosi collettiva, che appiattisce la libertà del soggetto pur imprigionandolo in meccanismi predeterminati e ben definiti.
Non ha infatti il diritto di rifiutarla, perché quando si innamora è già vittima della dimensione virtuale degli altri, lì costretta suo malgrado. Insomma, la virtualità dei social network può essere definita a pieno titolo come un nuovo campo in cui si giocano tattiche seduttive. I social network e soprattutto le dating app, stanno diventando un pericolo per la democrazia, pensiamo al contrario, un soggetto che lascia il partner ancora innamorato.
Il vecchio partner muore psicologicamente anche prima di quanto farebbe pensare, soprattutto grazie alla funzionalità del social network riconosciuto, anzi decantato ormai da tutti, cambio impostazione da fidanzato a single o coppia aperta. Pertanto, in un mondo sempre più costretto a organizzare le relazioni, nei tempi e nei modi più comodi ai più. Risultato del capitalismo industriale, dal globalismo malvagio al globalismo alla ricerca del profitto, le relazioni d’amore non possono che essere condannate a un rapido decadimento. Gradualmente sostituito da relazioni usa e getta guidate dal consumo, molto simili a quanto descritto da Huxley nel suo libro in Brave New World, già nel 1932.
L’algoritmo delle dating app cerca e sceglie per te
L’amore romantico, l’esperienza unica per eccellenza, sta diventando sempre più una reliquia antica, un sentimento obsoleto e irritante che la cultura dell’eliminazione dell’eccesso riconosce come un nemico. Sostituendo l’amore finito con un altro amore attraverso un incantesimo virtuale e soprattutto sotto l’etichetta dell’ideale “mettiti prima di te stesso”, il soggetto si nega ab originem la possibilità di provare la tristezza di dover confessare tale amore.
La dimensione fatale, malinconica, o tristezza dell’amore perduto, può essere vissuta solo quando l’amore stesso era un’esperienza unica che si dissolveva nel dolore umano. L’individuo dell’era del capitale virtuale, delle dating app, al contrario, non può sopportare il peso impostogli dall’unicità dell’amore. Perché qualsiasi piacere, è per lui tale solo se immediatamente sostituibile se necessario, e mai se può solo essere considerato unico. Ne consegue che la libertà stessa del soggetto, la sua capacità di scelta, risente del simbolo del cambiamento continuo contenuto nelle immagini del profilo.
Quando una storia d’amore finisce, è importante vivere il momento e forse sarebbe opportuno mettere via i cellulari. Soprattutto per permettere al romantico che c’è in noi di accettare l’inevitabile esperienza della perdita. Quindi assumersi la responsabilità di essere umani, di ciò che Heidegger chiamava giustamente l’essere verso la morte. Evitare il dolore attraverso il piacere fugace e seguire i dettami del benessere momentaneo, non aiuta mai. Anche se semplicemente con una chat delle dating app. Tutto questo non rende una persona libera, come ingenuamente si tende a credere, ma schiava della sua impotenza e passività sentimentale, emotiva e intellettuale.